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Fuori dal Museo

~ E' oro quello che non riluce

Fuori dal Museo

Archivi della categoria: Casciana Terme

Franco Baroni. Tra fantasia, geometria, realtà

04 lunedì Ago 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, SottoVetro

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Casciana Terme, SottoVetro

Dal 10 agosto sarà visitabile al SottoVetro di Casciana terme (via Roma 10) la mostra personale di Franco Baroni, curata da Paola Landini e Raffaela Maria Sateriale, per la nostra Associazione culturale Fuori dal Museo.

“In questa esposizione sono raccolti alcuni dipinti su carta di Franco Baroni (1929-2012), pittore nato e vissuto a Livorno, dove per oltre un sessantennio ha praticato con passione la pittura in cui si è caratterizzato per i tratti sempre vivacemente colorati e pieni di energia. Questi sono stati gli elementi unificatori della sua vasta produzione pur nella varietà delle forme che ha voluto sperimentare, non per rendere omaggio alle tante mode artistiche del secondo Novecento, ma spinto da un occhio attento ai mutamenti estetici, economici, sociali spesso portatori di crisi e incertezze soprattutto nel rapporto dell’io con se stesso, e tali da mettere in dubbio la comprensibilità e riproducibilità della realtà stessa.

Delle capacità di invenzione e di continuo rinnovamento di questo artista i disegni qui esposti sono esempi concreti. Si tratta di opere riconducibili a epoche molto diverse, un trentennio le separa: alcune risalgono agli anni Sessanta, altre agli anni Novanta. Le più lontane negli anni registrano il suo abbandono del figurativismo degli esordi e il passaggio all’astrattismo, talora in forme geometrizzanti, talora in forme più morbide e avvolgenti, ma sempre dai colori forti e rilevati. Le più recenti sono ancora caratterizzate dalla vivace colorazione, segno di una vitalità persistente nonostante il passare degli anni, e da una geometricità che si esprime in linee, piani, sfere convergenti e o divergenti, in cui convivono ordine e disordine e quest’ultimo è sempre risolto in positivo. Il pittore sembra riprodurre la dinamica interna alla realtà in cui ogni forma passa dall’uno all’altro in perenne divenire: processo che questo pittore ha saputo esprimere con un volo intrecciato di intuizione, razionalità, fantasia, visionarietà. E anche quando il mondo e la storia sembrano lontani, eccoli affacciarsi attraverso un piccolo dettaglio (una striscia punteggiata ricavata dalla scheda perforata di un computer, un pezzo di tela jeans). Allusioni dettate dal senso dell’ironia tipica dell’artista e dell’uomo Franco Baroni”.

Paola Landini

Casciana Terme 10 agosto 2014

Franco Baroni

L’esposizione di opere scelte segue un allestimento assai particolare che volutamente richiama quello della mostra personale dell’artista presso l’Ecomuseo dell’alabastro di Castellina Marittima, intitolato “Franco Baroni. Altalena di colori”, a cura della stessa Raffaela Maria Sateriale. E’ un delicato omaggio all’artista scomparso oramai due anni orsono, un lirico componimento espositivo dedicato alla sua interpretazione lieve, ironica e decisamente “ascensionale”, capace di far sollevare in alto lo sguardo anche tra le meschinita’ della vita… Ci piace concludere cosi’ questo ciclo di esposizioni/proposizioni per il progetto “Fondi sfitti/Sguardi incrociati”, promosso con il Comune di Casciana terme Lari, che ha visto la nostra associazione abitare, ospite, uno spazio di presidio della volonta’ di spingere lo sguardo piu’ in la’…

Siamo grati al Comune di Casciana terme Lari per l’ospitalita’ e per l’importante occasione offertaci di portare il nostro punto di vista, di attenti appassionati della realta’, nelle sue diverse sfumature e criticita’.

E’ stato un modo di testimoniare l’amore per il territorio delle prime colline pisane, aree periferiche, ma ricche di potenzialita’ e di persone ancora capaci di scambiarsi qualcosa di genuino…

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Paesaggio in ascolto. GLuca Cupisti – Lorena Sireno

02 lunedì Giu 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, conviviale, Outside/Ex Situ, Percorsi espositivi tra installazioni e performances, SottoVetro, Xenia e apophoreta

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Ospitiamo questa volta al SottoVetro un “Paesaggio in ascolto”.

Esposto e protetto, malgrado se stesso, il paesaggio si presenta per l’appunto sotto vetro. Malgrado gli artisti preferiscano per i loro interventi un contatto diretto con il tessuto sociale circostante, malgrado di per sé il paesaggio si offra apparentemente disponibile e “inerme”, carico di segni e di stratificazioni…del tempo, della storia, del vissuto e delle esigenze, ma anche di costrizioni, cattive interpretazioni, sciatterie, speculazioni edilizie, in ultima analisi di masochismi…

Non ascoltare il paesaggio, significa non ascoltare se stessi.

Un paesaggio violato è un paesaggio ferito, talvolta ferito a morte. Riflette da parte di chi lo abita l’incapacità di riflettere su se stesso, sul proprio destino, di riprogettarsi, rigenerarsi, ricostruirsi… di “elaborare il lutto” -verrebbe da dire- di una innocenza perduta, di una difficoltà inappuntabile di essere artefice consapevole delle proprie scelte… di tutela, di cura, di protezione, intese in senso attivo e maturo,  ma anche di propositività, di apertura al cambiamento.

GLuca Cupisti - Sireno. Paesaggio in ascolto

GLuca Cupisti – Lorena Sireno. “Paesaggio in ascolto”.                                               SottoVetro di Casciana terme 8-29 giugno 2014

Il lavoro di Cupisti e Sireno ci svela il pericolo dell’incuria…

Porta davanti ai nostri occhi la ricchezza e la complessità di una pratica della cura, che è prima di tutto originato dal nostro sguardo, attivo, talora distratto e saturo di possibilità e messaggi contraddittori, mai innocente.

Cupisti e Sireno da anni lavorano sui “Paesaggi utopici” e sarebbe estremamente importante e significativo poterli ascoltare a proposito dei loro progetti, della filosofia dei loro interventi, vedere i video che ne documentano le fasi di attuazione, in particolare in relazione al tessuto sociale per cui li progettano. ll giardino come pratica e come metafora è fondamentalmente infatti un’esperienza di “arte relazionale”.

Coltivare un giardino, contrariamente a quanto si potrebbe ipotizzare,  è un’operazione che richiede una certa dose di impegno e di dedizione. Occorre individuare o favorire le condizioni migliori dal punto di vista del terreno e del clima (habitat), riservare una necessaria attenzione alle varie fasi di preparazione  e di mantenimento del contesto di nascita e crescita della pianta: dalla seminagione o dalla piantumazione alla coltivazione, dalla potatura ad una possibile raccolta.

Coltivare, prendersi cura di qualcosa è molto più che un hobby o un rito; è una necessità profonda dell’uomo legata alla sua sussistenza ed alla fitta rete di relazioni invisibili che quotidianamente intesse con il mondo circostante, per vivere, alimentarsi, crescere…

Questo rapporto esplicita una serie di problematiche e di approcci positivi nei confronti dell’ambiente e del contesto in cui ciascuno vive. Induce a soffermarsi sulla criticità di una relazione egocentrica, autoreferenziale e per questo spesso miope, dell’uomo nei confronti della natura e del tessuto cittadino. Ma induce a soffermarsi altresì sulla bellezza dell’universo botanico che “può” prevedere l’esito nel fiore e nel frutto. E tuttavia le piante, anche quando non appaiono coltivate ad uno scopo immediatamente  “utile” all’essere umano, inevitabilmente lo sono, a prescindere, con la loro stessa esistenza, garantendo il “respiro del mondo”.

Seminare, coltivare, prendersi cura, sono un atto di attenzione, di responsabilità e un impegno.

Riflettono la necessità di un percorso che coinvolge i singoli individui e la collettività. Si riconducono ad una pratica che non può che partire dall’attitudine di ciascuno a prendersi cura di sé e del proprio ambiente inteso in senso sociale, lavorativo dagli aspetti più elementari e concreti a quelli immateriali, etici e filosofici.

Si può profilare così una “ecologia delle relazioni”, che si origina dal voler bene a se stessi, per riconoscere nell’altro una parte di sé e nello spazio da condividere il “Luogo dell’incontro”, del rispetto della diversità e della pluralità.

Sono elementi di riflessione da non ritenere mai banali, che implicitamente o in modo più discusso, in forma laboratoriale o seminariale, meritano attenzione. Ed è ciò che “nel tempo” ci proponiamo di fare, insieme.

Cupisti e Sireno condivideranno con noi anche l’appuntamento dedicato al Solstizio, attraverso i linguaggi delle arti e della poesia, sabato 21  giugno nel Parco di Montelisi.

MFPepi

“Paesaggio in ascolto”. GLuca Cupisti – Lorena Sireno.

Al SottoVetro di Casciana terme, via Roma 10. Da domenica 8 a domenica 29 giugno.

Inaugurazione: domenica 8 giugno, ore 18.

Orario di apertura: domenica, ore 21.30-23.30.

Locandina: Paesaggio in ascolto – Locandina

Ancoraggi. Dipinti di Giancarlo Bertoncini. SottoVetro di Casciana terme

05 lunedì Mag 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, Outside/Ex Situ, SottoVetro

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Giancarlo Bertoncini, Eliso

Soste prolungate, ma pur sempre provvisorie, quelle degli ancoraggi; lo spazio d’azione (o inazione) è vasto, forse anche insidioso e meno confortevole rispetto ad un porto sicuro. Ma si tratta comunque di un approdo, di un nuovo approdo, nella pittura.

Partito dall’esperienza intensa e seria di ArteRicerca (1976-81), con Bruno Sullo (Subro), Massimo Zannoni (Zama), dopo lunghi anni dedicati allo studio e all’attività didattica, Giancarlo Bertoncini affronta nuove esplorazioni cognitive attraverso la pittura, prima immergendosi nel colore e nella materia pittorica fino a saggiarne la rispondenza alle diverse istanze emotive, letterarie e simboliche raccolte lungo un tragitto compiuto come osservando, acutamente, la distesa marina dalla terraferma. Poi, la sua pittura diventa più spoglia e vibrante. Non teme di contendere al bianco la superficie della tela, impaginandovi sopra una struttura monocroma asimmetrica, dipinta con un pigmento squillante, disteso a larghe campiture.

Il tracciato del colore compone l’immagine e non restituisce alcuna figurazione. Arriva a lambire in alcuni punti il perimetro della tela, secondo un andamento che corrisponde ad una logica puramente visiva.

MfP

Presentazione del catalogo sabato 10 maggio, ore 17

Ancoraggi… potremo chiederci il motivo di questi approdi temporanei, come provvisori, nella pittura. C’è una forma di fiducia nel logica e nel linguaggio, lascia intravvedere una esigenza di razionalità “liquida”, però, verrebbe da dire, non facilmente contenibile in una griglia, in qualche comoda casella…

Pittura, pittura, una distesa liquida di colore, anche ad indicarne l’assenza, il vuoto, la privazione, che sottolineano la difficoltà di “dire”, per non dire banalità, vacuità, parole, segni, gesti che suonino falsi…

Dal 10 maggio al 2 giugno, al centro espositivo SottoVetro di Casciana terme, in via Roma 10. Ingresso libero.

Vernissage Sabato 10 maggio ore 17.

Apertura: domenica, ore 17-19 e su appuntamento: 338-9637603 – gibero4@libero.it; 349 4049695 –  fuoridalmuseo@gmail.com

La locandina: Giancarlo Bertoncini_Ancoraggi

Performance di “svendita finale” al SottoVetro

30 mercoledì Apr 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, Outside/Ex Situ, SottoVetro

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Svendita arte usata VerdeGiacSvendita Arte Usata

USATO GARANTITO IN OFFERTA SPECIALE!! ROBA VECCHIA COME L’ARTE! ANCHE SE NUOVA!

 

 

Il catalogo delle offerte:

http://ubuntuone.com/7iaExKx3Xu8pk4mAnqJVOe

E’ proprio vero che tutto ha un prezzo? Forse o quasi.

Basta dare un’occhiata al catalogo per scoprire che qualcosa, tra i tanti sconti e prezzi ultra-accessibili che portano a riflettere sul concetto di accessibilità e rimandano alle pratiche open source, non è proprio per niente in vendita…ma per tutto il resto c’è… E qui si ferma la citazione da convincenti comunicazioni promozionali i quali, ammiccando, ci concedono la possilità che esista comunque qualcosa impossibile da acquistare…

Ma anche in questo caso, dimostrano di essere sempre loro, i media, a costituire il filtro con la nostra rappresentazione della realtà, determinando la direzione del pensiero, l’opinione corrente su ciò che è lecito e ciò che non lo è, poggiando sull’eliminazione del pensiero divergente e su qualsiasi spazio ed occasione di dialogo e di dibattito, che non sia frivolo o ininfluente sul corso degli eventi.

Allora ci riempie di orgoglio il fatto che il “nostro” SottoVetro, nostro fino ad agosto, un Fondo Sfitto recuperato temporaneamente all’arte e al pensiero plurale, possa ospitare affascinanti esposizioni artistiche che incrociano quotidianamente lo sguardo dei passanti, dei turisti e degli abitanti….

Entrando si avrà, con la mostra di Giacomo Verde, la possibilità di sbizzarrirsi immergendosi nell’atmosfera un po’ sconcertante di un bazar colorato e ricco di input, di messaggi…

Una superficialità solo apparente, una frivolezza che svanisce dopo il primo impatto di détournement* di sapore situazionista (http://it.wikipedia.org/wiki/Situazionismo)

Domenica 4 maggio, ore 17 Performance finaleunnamed

Asta di Svendita Totale.

In tempi di crisi, l’arte viene “incontro” alla crisi… Sarà divertente.

Il 4 maggio a Casciana Terme è anche la festa del patrono, con i giochi rionali in piazza: ci sarà in giro molta allegria!

Si ricorda che tra i visitatori della Svendita sarà estratta una “Bella Piega” gratuita presso il vicino Hair Stylist “Il bello delle donne”.
😉

Il Centro espositivo SottoVetro di via Roma, 10 è gestito dall’Associazione Culturale Fuori dal Museo e gode del supporto del Comune di Casciana terme-Lari e delle Terme di Casciana.

 

Giacomo Verde in “SVENDITA ARTE USATA”

04 venerdì Apr 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, Outside/Ex Situ, SottoVetro

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Cannucce

 

continua la mostra

“SVENDITA ARTE USATA”
fino al 4 maggio 2014
Centro Espositivo SottoVetro
Casciana Terme – via Roma, 10

 

guarda un breve video della mostra
http://youtu.be/gc5OpUIfDu0

guarda video intervista a VerdeGiac
http://youtu.be/3FIYf_KCpmc

leggi recensione di A.M. Monteverdi
“Larte è inutile come …”
e la ripresa video di Carla Pampaluna
http://youtu.be/gc5OpUIfDu0

Un articolo su questa rivista web pisana
http://www.paginaq.it/
Si ricorda che tra i visitatori della Svendita
sarà estratta una “Bella Piega” gratuita
presso il vicino Hair Stylist “Il bello delle donne”
😉

Domenica 4 maggio, ore 17
Performance di “svendita finale”

Ci siamo anche sabato 19 e domenica 20 aprile, ore 17-19
e… su appuntamento: 349 4049695349 4049695 – fuoridalmuseo@gmail.com

 

 

Al SottoVetro dal 12 aprile al 4 maggio.

Inaugurazione Sabato 12 aprile ore 17

Invito_Giacomo Verde_Svendita Arte Usata

Osare! Vogliamo finalmente di nuovo imparare a “divertirci” in modo sano e intelligente…  mettendo in circolo visionarieta’, idee, immagini colorate, in bilico tra eleganza e spavalderia, rinnovando i nostri giorni e i nostri spazi quotidiani con carte, vetri, amuleti del tempo presente, carichi di sogni e di ideali che combattono contro l’inerzia della mente, contro i luoghi comuni e la rassegnazione verso un sistema inamovibile, di cui essere solo pedine. Esiste uno spazio di liberta’ da coltivare non solo nell’intima stanza del nostro privato, ma a viso aperto, in modo quanto piu’ possibile partecipato e dialettico.

Sara’ possibile incrinare in modo allegro il muro divisorio che ci separa dall’arte a noi contemporanea e che relega il nostro rapporto  con essa ai musei e alle provocazioni scandalistiche?

E’ possibile credere e dubitare, allo stesso tempo, di cio’ che stiamo vedendo mentre guardiamo un’opera d’arte? L’arte e’ per tutti o forse richiede uno sguardo troppo allenato e un portafogli (e soprattutto un conto in banca) altrettanto esclusivi?

E’ una scommessa, la fitta serie di interrogativi che ci siamo posti e che siamo orgogliosi di condividere con Giacomo Verde, artista “impegnato” -anche se non crediamo che gli piaccia molto la “definizione” a cui preferirebbe “artivista”! *.

Una scommessa. Una tappa di un percorso “bello”, gratificante in se’, a volte faticoso e impervio, ma fondamentalmente gioioso e appagante, come puo’ appagare lottare appassionatamente per una causa che valga la pena.

Un quadro è un quadro, diceva Cocteau. In effetti, e’ una “superficie magica” fatta per evocare, provocare, irritare, accusare -piu’ o meno direttamente-, emozionare o far trattenere ogni emozione, come si trattiene il fiato, come si trattiene e si coltiva il dubbio, come si coltivano passioni e come ci fanno macerare le lotte…

Tutto questo puo’ fare un’opera d’arte, origine di pensiero e punto di arrivo per una nuova partenza. Ci mette in moto e ci fa sostare, per ammirarne le fattezze, le peculiarita’, per cercare di carpire il segreto della ‘mano’ e della ‘mente’ che l’ha messa al mondo, per minare alle nostre (false) certezze.

E allora vediamo se questa “roba” puo’ “entrare” nel nostro sguardo e tornare nel nostro quotidiano, passare di mano, essere finalmente “arte usata”, semplice “oggetto da mercato”, da non demonizzare ma da apprezzare come “cosa tra le cose”.

Domenica 4 maggio, ore 17

Giacomo Verde in Performance di “svendita finale”

*Su Giacomo Verde e sull’ARTIVISMO segnaliamo questo bel libro di cui peraltro e’ autore:

ARTIVISMO TECNOLOGICO. Scritti e interviste su arte, politica, teatro e tecnologie.

Prefazione di Antonio Caronia, Pisa, Edizioni BFS – Biblioteca Franco Serantini – 2007 (13,00 euro). Questa opera è pubblicata sotto una Licenza Creative Commons.

 

E liberamente scaricabile in pdf dal sito web di Giacomo Verde: http://www.verdegiac.org/artivismo.html

http://www.verdegiac.org/ArtivismoGiac.zip

Chiederemo pero’ a Verde di portare anche il volume al SottoVetro, perché “carta canta”…

Il libro raccoglie una serie di interviste e scritti di Giacomo Verde sulle sue diverse esperienze artistiche accomunate da un uso etico e politico delle tecnologie. Per questo la sua attività è identificabile come “artivismo tecnologico”.

Nell’introduzione sono evidenziati da Antonio Caronia elementi chiave a cui si possono ricondurre la visione e l’azione di Verde con forti tratti di Utopia, anzi di “Eutopie”, per citare il titolo di un progetto teatrale a cui l’artista ha intensamente lavorato:

 

“Utopie, dunque, o, come le chiama Giacomo, “eutopie”, per indicare che non si tratta di progetti totalizzanti o universalistici di società alternative, ma di costruzioni dell’alternativa possibili già oggi, in forma limitata: a volte, dicevo, semplici gesti di ribellione o di rifiuto, in cui Verde legge però l’embrione del riscatto e del funzionamento di un mondo diverso.

Uno spettacolo politico dunque, non c’è dubbio, ma non ideologico.

Tra le interviste , ci piace estrapolare questo brano, che ci par proprio fare al caso nostro, visto che si parla di utopie, interazioni, di quadri SottoVetro che vogliono uscire “Fuori dal Museo”…

Cosa pensi degli artisti che oggi continuano dipingere e scolpire (usando mezzi tradizionali), consideri loro e le loro opere superati e senza futuro?

No assolutamente, non sono superati, non sono senza futuro: sono un’altra possibilità dell’arte.Ho uno strano sentimento per loro, come posso dire… da una parte  provo anche invidia nei loro confronti perché riescono a dipingere e scolpire senza sensi di colpa! [risate fragorose] Cosa che a me non riesce, mi sembra di fare meno di quello che si potrebbe fare. Dipingere è una di quelle cose che si riferisce alla propria espressione persnale; e  perché devo rompere i coglioni al mondo con la mia espressione personale?

Preferisco fare qualcosa di più collettivizzante, interessante e utile al mondo. Un quadro, bene che vada, va a finire in un museo oppure nella casa di un ricco collezionista (tra l’altro) e quindi che cambio del mondo? Non cambio  nulla, in realtà, se va bene, faccio solo felice un ricco collezionista! Non ce la fo!

Mi piacerebbe dipingere e scolpire senza sensi di colpa, quando riuscirò a capire come risolvere questa questione, e quella di dove vanno a finire i quadri e le sculture, allora forse inizierò anch’io a fare qualcosa del genere.(p. 49)

Non è un aspetto che ti spaventa, il dover produrre oggetti extra per venire consacrato?

Non mi spaventa, anzi, sto iniziando a pensarci seriamente. Tutto questo perché in fondo, se gli oggetti artistici continuano a esistere, nonostante generazioni di artisti abbiano lottato contro questo fatto, evidentemente

una funzione ce l’hanno e non posso pensare che sia solo negativa: alimentare il sistema del feticismo collezionistico. Evidentemente c’è anche qualcosa d’altro.

Sto pensando, di farlo ma cercando di capire come commercializzare queste cose in modo che non siano schiave del sistema dell’arte e delle sue regole, che oggi è uno dei maggiori campi di speculazione del capitalismo avanzato. Invece vorrei inventare e proporre qualcosa tipo il commercio equo e solidale, con prezzi buoni ecc… Se riuscissi a vendere i miei prodotti con un sistema “altro”, e se si inventasse un metodo utilizzabile anche da altri artisti, in modo da creare una sorta di mercato alternativo di scambio… Una sorta di strumento, una modalità utilizzabile da chiunque per creare  comportamenti alternativi a quelli del mercato dominante… questa è una cosa che m’interesserebbe fare.

(p. 51)

Intervista di Andrea Zaccone (Zak) a Giacomo Verde per la tesi Le installazioni interattive a. a. 2002-2003, Corso di laurea in scenografia. Accademia delle belle arti di Brera, Milano. Relatore: Andrea del Guercio; Docente di indirizzo: Enrico Mulazzani.

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Tesori da scoprire nelle prime colline pisane

29 sabato Mar 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, Crespina, Fauglia, Visite guidate

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Fattoria Montelisi

Fattoria Montelisi

Anche quest’anno ci diamo appuntamento per un nuovo ciclo di Itinerari nell’arte e nella natura tra ville, giardini storici, oratori e fattorie, progettato dalla nostra associazione culturale, grazie alla collaborazione accorta di privati e di parrocchie disponibili ad accogliere i visitatori per svelare ambienti suggestivi, ricchi di storia.

E’ un percorso che si sviluppa a partire dalle tracce che possiamo scorgere nel paesaggio, nei monumenti che ci parlano, ora in modo distinto, ora più flebile. Saremo ancora una volta scortati da Giovanni Mariti, storico, agronomo, erudito della seconda metà del Settecento. Il suo prezioso (mai pedante o noioso!) Odeporico offre ulteriori spunti per tappe da percorrere solo brevemente a piedi, così da poter meglio apprezzare soste ponderate. Grazie a queste soste potremo individuare tratti distintivi di un paesaggio ancora gravido dei segni del tempo e della storia, come per i Greppi di Casciana, da Collemontanino a Sant’Ermo, ma anche come nelle antiche Fattorie e ville padronali circondate da giardini storici, come Villa Pappalardo e Fattoria Montelisi, dove ora pulsa l’inquietudine dell’uomo contemporaneo, nelle sculture e nelle installazioni d’arte che sono state realizzate in questi ultimi anni.

Chiesa di San Quirico e S. Giulitta a Parlascio ( Casciana Term

Chiesa di San Quirico e S. Giulitta a Parlascio ( Casciana Terme Lari).

Sono questi i luoghi da riscoprire e da preservare in tutto il loro fascino discreto, rimasto talora incontaminato rispetto all’avanzare della speculazione edilizia, che ha comportato, oltre tutto, la serie di danni che conosciamo, per essersi verificati in questo stesso caldo autunno e in un inverno straordinariamente caratterizzato da frane e smottamenti, sempre più frequenti. Ma la nostra memoria collettiva sembra ogni anno diventare più opaca e labile. E la cura del territorio è sempre più fragile e priva di un sostegno sistematico e lungimirante. Ancora una volta la nostra associazione desidera evidenziare luoghi, situazioni, storie che compongono un paesaggio non solo geografico e morfologico, ma un paesaggio dell’anima, della memoria e si proietta nel futuro interrogando individualmente ciascuno di noi riguardo alla responsabilità su ciò che dobbiamo necessariamente consegnare a chi verrà dopo di noi e che potrebbe non beneficiare della conoscenza e dell’apprezzamento di ciò che noi spesso trascuriamo o che non abbiamo la forza di preservare, riscoprire e far conoscere.

La nostra passione per la natura, per l’ambiente e per i diversi linguaggi che continuano ad avvicendarsi nella storia e nell’arte non poteva che chiamare in causa una passione civile, per i beni comuni, che siamo chiamati a conoscere e difendere poiché ci appartengono alla nostra comune storia.

Fattoria La Tana Crespina

Fattoria La Tana Crespina

Per conoscere il percorso, accedere al link: “Amico Museo_brochure-FdM-primavera-2014-v1(1)“.

Domenica 6 aprile 2014

Lunedì 21 aprile 2014

Domenica 25 maggio 2014

Un ringraziamento particolare a: Diocesi di San Miniato, Parrocchia di Parlascio Ceppato, Avv. Enrico Pappalardo, dott. Carlo Pepi, Famiglia Gioli, Fattoria La Tana.

http://www.fattorialatana.com/cms/info/gallery.html

L’album di ritmi jazz

 

Ritmi espansi. Poesie e dipinti di Bruno Secchi Al SottoVetro

14 venerdì Mar 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, SottoVetro

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Bruno SecchiPulviscoli, frammenti di materia si disgregano o si coagulano nello spazio dando forma e consistenza agli oggetti e alla loro proiezione nel tempo presente e in quello ormai non più o non ancora disponibile alla nostra immediata sensorialità. Ma non è poi così vero. Forse anche ciò che non afferriamo ha una sua realtà e fisicità. Non si tratta di una realtà virtuale che, astraendosi dal nostro contesto quotidiano, aspiri ad illudere di poter rimuovere il peso di qualche responsabilità contingente. Il dialogo di Bruno Secchi tra visibile e immaginario scava nel profondo dell’animo umano senza cercare appigli in esigenze di ‘evasione’.  Indaga il solco all’interno della nostra percezione e coscienza del dolore, nelle ipotesi di liberazione elaborate dalla psiche e dalla memoria, nel conflitto e nella sublimazione, ma partendo imprescindibilmente dalla razionale consapevolezza dei limiti della dimensione fisica in cui si iscrive l’esperienza biologica di ciascun individuo e dell’umanità, nel corso della sua storia, a partire dal buio indistinto per la psiche, da quella notte nera che  ha preceduto il primo delinearsi della scrittura nel tempo.

Memoria e immaginazione intersecano i loro piani di origine sulla superficie pittorica. Si rivelano ugualmente capaci di predizioni e di intuizioni sconfinando in un tempo senza tempo, dove poter finalmente incontrare di nuovo chi e cosa abbiamo perduto.

Ritmi espansi è il titolo di una raccolta di poesie di Bruno Secchi pubblicata da Ibiskos Ulivieri nel 2010. Poesie bellissime. Musica allo stato puro, senza narcisismi e ostentazioni. 

Le parole e il colore si corrispondono come riflessi su uno specchio d’acqua… Si espandono nello spazio, lasciando una traccia dietro di sé…

Altre nostre dediche a Bruno Secchi:

http://www.zonelibere.net/arte/fattorie-d-arte-percorsi-d-arte-contemporanea-a-crespina

https://fuoridalmuseo.files.wordpress.com/2012/04/profili-degli-artisti.pdf

“Autour de la lune” e “Infinitudini di Bruno Secchi”. Live! Musiche originali di Massimo Ruberti, letture e interpretazioni di Gloria Grazzini

https://fuoridalmuseo.wordpress.com/2012/05/31/notte-blu-livorno-16-giugno-2012-h-21-23/

Ritmi espansi. Poesie e dipinti di Bruno Secchi

Al SottoVetro da domenica 16 marzo. 

Per informazioni sulla mostra e appuntamenti: 349 4049695; fuoridalmuseo@gmail.com

Sabato 5 aprile finissage, dedicato alla poesia e alla pittura di Bruno Secchi.

“Meriggiare pallido e assorto”. Solarità e brine nei dipinti di Giovanni Cabras.

19 domenica Gen 2014

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, Outside/Ex Situ, SottoVetro

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Immagine

Sentori di una bella stagione, al SottoVetro di Casciana Terme, in via Roma 10. La pittura atmosferica di Giovanni Cabras, con la sua intensità cromatica, virata a trattenere ed emanare la luce, accompagnerà gli sguardi di passanti e visitatori, come auspicio di un tempo dilatato e sereno. Domenica 26 gennaio alle 18 s’inaugura, con la presenza dell’artista, la mostra di arte contemporanea, a cura dell’Associazione Culturale Fuori dal Museo. Sarà visitabile fino al 28 febbraio, su appuntamento, contattando l’associazione: 349 4049695.

Il manifesto: Meriggiare pallido e assorto

Un breve profilo di Giovanni Cabras, artista e Maestro restauratore:

Partito da un orizzonte linguistico figurativo, che ha assunto l’idealismo asciutto della scuola fiorentina del Primo Novecento insieme alla forza analitica e al colorismo freddo di ascendenza nordica, Cabras ha presto elaborato una originale trama, un pattern visivo composto da sottili filamenti e da velature.
Ogni elemento da lui descrittivo risulta distaccato rispetto a qualsiasi riferimento oggettuale e si disgrega, facendo vibrare la tela di nuove tessiture di colore, dorate, cangianti o ibernate nelle diverse tonalità di grigio, non inerte, ma quasi in attesa di germogliare. Frammiste a terra impastata di sole, le ‘paglie’ di Cabras si sfrangiano irradiandosi in mille riverberi caldi e odorosi. Assolate e quiete, rievocano campagne lavorate in un tempo più lento a trascorrere, più denso di sensazioni, tanto da sembrare quasi solido.
Cabras ha svolto per lunghi anni l’attività di restauratore per le soprintendenze di Pisa, Firenze e Siena assumendo incarichi di prestigio in Italia e all’estero.
Numerosi sono i suoi interventi su capolavori della pittura di maestri quali: Filippo e Filippino Lippi, Andrea Del Castagno, Andrea del Sarto, Piero della Francesca, Simone Martini, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino, Luca Signorelli, Albrecht Durer, ecc.

MfP

“Due o tre cose che so di lei…” Dipinti e carte di Anita D’Orazio

11 mercoledì Dic 2013

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, conviviale, Outside/Ex Situ, SottoVetro

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Anita D'Orazio_Perito MorenoUn nuovo felice appuntamento al SottoVetro di Casciana Terme, in via Roma 10. Domenica 15 dicembre alle 19 s’inaugura una nuova mostra di arte contemporanea, a cura dell’Associazione Culturale Fuori dal Museo. Sarà visitabile fino al 21 gennaio, su appuntamento (349 4049695).

Anita D’Orazio espone dipinti e carte: tele spumeggianti di colore intenso, cementi e colle pitturate ad affresco, in versione intimista; incisioni a secco, collages con frammenti sottratti alla vita quotidiana del tempo presente o prelevati dall’oblio delle epoche passate.

La pittura e il segno lasciano intravedere l’impronta di una esuberante passione per le più diverse tecniche di esecuzione artistica, verificate e coltivate con meticolosa attenzione, non disdegnando la lavorazione artigianale e la creazione originale ed esclusiva delle materie con cui dare corpo all’idea.

Onde e grumi di colore sono armoniosamente interrotti da pause di silenzi, in cui la carta non rimane inerte, ma pare assorbire emozioni traboccanti e permettere di interiorizzarne l’eco profonda.

Restituiscono nella loro sottile costruzione, con un’apparente nonchalance, atmosfere e ricordi di luoghi attraversati, intensamente vissuti e ricomposti nella stratificazione imprevedibile della memoria e dei suoi perturbanti grovigli.

Ne risulta una dimensione rarefatta, accogliente con i suoi colori talora sgargianti, talora discreti, di sapore vagamente internazionale, senza pretese di sistematicità o di esaustività, che trasuda un’insostenibile leggerezza dell’essere…

“Due o tre cose che so di lei… ”  è il titolo del film di Jean-Luc Godard del 1966.

Ci piace dedicare una possibile interpretazione della nostra volontà di creare e di ‘mostrare’ all’ineffabile capacità delle “cose” di narrare e di resistere di fronte all’apparente, spesso imponderabile, nonsenso ed al tramonto delle nostre umane, troppo umane, illusioni.

Che l’arte, il cinema, la letteratura rappresentino le illusioni più innocue, tra le più irrinunciabili, difficilmente si può negare.

Un profilo dell’artista:

http://www.anitadorazio.it/curriculum.asp

Per contattare Anita D’Orazio: 347 2500708;  adorazioster@gmail.com

La locandina dell’evento:

Anita D’Orazio al SottoVetro

“Paolo Francesconi. Grammatica dell’esistenza”. Al SottoVetro dal 20 ottobre

17 giovedì Ott 2013

Posted by Ass. Cult. Fuori dal Museo in Casciana Terme, L'Amico, l'Artista, SottoVetro

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Paolo Francesconi

Paolo Francesconi

Al SottoVetro di Casciana Terme, in via Roma 10, domenica 20 ottobre alle 17.30 s’inaugura una nuova mostra, dedicata a Paolo Francesconi, a cura dell’Associazione Culturale Fuori dal Museo.Sarà visitabile fino al 10 dicembre, su appuntamento (349 4049695).

La radicalità del lavoro di Francesconi non indulge a piacevolezze. Impone alla materia di rivelarsi nella sua nudità, spogliata da qualsiasi abbellimento, estranea a qualsiasi configurazione che non rappresenti la transitorietà iscritta in ciascun essere o i postumi di una violenza subita, dalla natura, dalle storture della ragione.

Permanentemente alla ricerca di un senso alla condizione umana, con un forte rispetto per i “vinti” ed una profonda empatia verso di essi, l’artista ha rintracciato, nella materia stessa e nei processi di consunzione e trasformazione a cui va incontro, i simboli e le chiavi interpretative di ciò che si potrebbe chiamare il “grado zero” del vivere,  il livello più basso di aspettative, di aspirazioni ed illusioni, come a sondare il punto di snodo della dignità dell’individuo, del suo essere nel mondo.

Ne emerge una incalzante indagine sui fondamentali dell’esistenza, sulle regole auree in cui si iscrive immancabilmente la vita, dal sorgere al suo tramonto, fino a “vedere -come Battiato- l’alba dentro l’imbrunire”.

La materia nella sua nudità è specchio efficace di una continua trasformazione, di un logoramento che l’uomo contemporaneo, a partire dalla civiltà industriale, ha rigettato, in vista di ciò che è più nuovo, più funzionale, più utile, o almeno così sembra, su impulso di un’impostazione consumistica indotta dai media per plasmare modelli e organizzazioni di società.

Francesconi, rifuggendo da tale assunto, ha invece provato a scardinarlo con la teoria e con la pratica del suo fare artistico, nonché della sua vita, attenta costantemente a ristabilire un equilibrio di sensibilità, di visione e di giudizio verso quanto solitamente viene escluso, rifiutato, come non avesse in sé una dignità, che invece l’artista, con il suo sguardo acuto e impietoso verso la falsità, sa cogliere, in esseri animati e inanimati.

La sua non è solo una poetica dell’objet trouvé tipica del Nouveau Réalisme, il senso bizzarro e spiazzante derivato dall’assemblaggio di oggetti scartati e recuperati dalla quotidianità, rivestiti di nuova vita ed energia.

Il recupero di un elemento scartato e la sua esposizione, enfatizzata nello spazio definito dall’intervento artistico, ne sottolineano il valore simbolico.

Una rivoluzione di valori e di significati.

Ne deriva una sacralizzazione di quanto è stato scartato, inutilizzabile dalla catena dei consumi e dalle sue logiche.

Oggetto di particolare cura non sono solo elementi in ferro, in plastica, sottoposti ad un ulteriore processo di trasformazione e di sublimazione,  ma anche ciò che ricorda la fine.

Il legno levigato dalle intemperie, le ossa di animali recuperate nel corso di camminate nel bosco o lungo la riva del mare, diventano ‘reliquie’ sacralizzate nello spazio pittorico.

Francesconi ha descritto una resistenza, anzi una resilienza della materia, che si esplicita nell’accoglimento della vita, nelle sue diverse declinazioni, che non distraggano dalla sua essenza, fatta di paziente tenacia, di lotta e di coraggio, in una parola di dignità.

E’ una propensione a muoversi “in direzione ostinata e contraria”, come canta De André, a condividere i bassifondi dell’anima di uomini e cose, alla ricerca di uno spiraglio di verità, lontano dal luccichio stordente delle masse tese verso traguardi che non dissetano e non producono una ricchezza duratura né feconda, che non è in grado nemmeno di alleviare il senso di disagio provocato dalla stessa fuga rispetto ad una realtà che incalza, per la sua imprescindibilità.

La grammatica di Francesconi è elementare e inappuntabile, nata da un confronto serrato tra materialismo e spiritualità, o meglio dall’evidenza di un conflitto tra il bisogno di verità e la sua negazione apparentemente invalicabile, tra il senso del limite e l’urgenza di superarlo.

L’artista non ammette esitazioni formali: per lui non c’è estetica senza etica.

A chi abbia avuto la fortuna di conoscerlo è nota la sua affabilità, l’inclinazione alla battuta per alleggerire situazioni gravi, eppure il suo lavoro è estremamente serio, quasi senza eccezioni, di una tragicità inoppugnabile e mai fuori misura.

Anche nelle scritture e nelle carte, o nei lavori su garza in cui sembra riflettere sugli equilibri formali estremamente raffinati e astratti di Mondrian e di Rotkho, e che ad un primo sguardo appaiono più lievi e sgombre di drammaticità, Francesconi affronta le verità essenziali della vita e della morte, per affondare il dito nella piaga dolorosa delle verità dell’esistenza, che restituiscono a ciascun individuo la relatività e precarietà della propria condizione, indipendentemente dai successi e dai benefici di cui possa godere. (MfP)

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