Abbiamo perso un altro pezzo della memoria storica locale. Si è spento ieri l’avv. Enrico Pappalardo del quale siamo stati ospiti con la nostra associazione in numerose occasioni, nella sua villa di Tripalle, per ascoltare non solo la storia della sua famiglia, ma della comunità, attraverso epoche e generazioni, micro-relazioni, episodi, aneddoti. L’avvocato custodiva con passione il prezioso archivio di famiglia e volentieri faceva partecipe delle sue conoscenze chi avesse desiderio di sapere.
Amava ospitare persone attente e rispettose, condividendo spazi privati della villa, dell’oratorio, del suo giardino dominato da una gigantesca magnolia, una delle più grandi di Europa, scenografia naturale del film “Tredici a tavola” di Enrico Oldoini, dove vera protagonista è la tenuta, fonte di ricordi e sogni, la quale nel racconto cinematografico anziché essere venduta dalla famiglia, di fronte al notaio – impersonato proprio dall’avv. Enrico Pappalardo- viene acquistata da uno degli eredi.
Nel giardino, di cui notava l’assenza di muro di recinzione, come a sottolineare il concetto di sconfinamento discreto tra pubblico e privato, abbiamo avuto modo di ascoltare poesie scelte da Edi Milianti dedicate dal poeta Lelio Priami alla nonna dell’avvocato, quando era in giovane età, prima che si sposasse.
Più volte ci siamo visti accogliere con garbo e generosità le nostre richieste di collaborazione.
Ricordo con particolare affetto, le conversazioni in preparazione dell’incontro dedicato all’opera trecentesca della Madonna della Bolla di Nero di Nello, trafugata più di vent’anni orsono dalla Chiesa di Tripalle. Una copia era stata commissionata dalla popolazione locale all’artista Salvatore Pizzarello come dono per le nozze dei genitori ed appartiene alla piccola Ginevra alla quale andammo a chiederla in prestito per il giorno dell’incontro sulla storia del dipinto originario. Mi sono rimasti impressi nella memoria l’affetto per la nipotina, la gioia di invitarla a condividere con altri una parte della sua storia privata, come un senso di responsabilità verso la memoria collettiva e quella familiare che a tratti, non episodici, si incontrano.
Desideriamo ricordare così, con la foto del giardino di Villa Ott-Pappalardo una persona molto attenta a custodire una memoria che travalica la condizione presente e ne sente la gioia e la responsabilità.
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